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Noyz Narcos “Enemy” (2018, Universal Music)

By maggio 5, 2018 No Comments

Ci sono cose, cose effimere per carità, che un vecchio musicista e collezionista e malato di mente per la musica capisce, capisce prima. Capisce prima che un disco che sta per uscire sarà una bomba, e lo capisce senza guardare teaser, senza leggere interviste di prammatica e senza neanche ascoltare i singoli in anteprima.  Lo capisce perché annusa i tempi, avverte il disagio, conosce il musicista e sa. Sa che sta male anche lui. Sa che la reazione creativa sarà sovrumana. C’è un tempo per i dischi, un tempo per i concerti, un tempo per il silenzio.

Poi il disco esce. E l’intuizione ha la sua necessaria conferma.

Enemy esprime alla perfezione quello che tutti gli ascoltatori adulti di Noyz hanno sempre saputo, e cioè che sotto la maschera cinica del metallaro incazzato – e/o del drogato senza speranza,e/o  del duro capobranco, eccetera –  si nasconde la paura che la società ispira all’artista. Ma questo su Enemy diventa un gioco scoperto, e il film dell’orrore di Verano Zombie è definitivamente diventato un film, appunto, del terrore; la rabbia metalpunk lascia libero campo alla celebrazione delle nevrosi, delle paranoie, delle paure, in una transizione del Dasein che corrisponde a quella dal pubblico al privato, mettendosi per colmo di realismo alla testa di una truppa d’elite della trap italiana, in testa ai portavoce di una generazione che ha già bruciato tutte le proprie istanze pseudo-filosofiche, anche se i media procedono solo adesso alla loro celebrazione. Emergono allora i motivi del disagio esistenziale che sta al principio di Enemy: l’impossibilità di comunicare, la claustrofobia della vita milanese, il bisogno di catarsi, il collasso nervoso che si fotte giorno dopo giorno il futuro. E` da questo stato d’animo depresso che ha origine il sound cupo e ossessivo che fa di Enemy un lavoro di ispirazione sopraffina.

Mic Check è neoclassicismo hip hop di alto livello, un altro capolavoro di Sine, con Salmo ispiratissimo nel flow, mentre R.I.P. sfrutta la carica volgare e l’estetica estrema di Achille Lauro e (soprattutto) di Boss Doms per scavare uno spazio dreamy e psichedelico; Luchè e CapoPlaza fanno sembrare Casa Mia un estratto dal soundtrack di Gomorra, e più in generale i ritornelli affidati alle giovanissime star della trap presenti sul disco hanno la stessa funzione dei corsivi in Meno di Zero di Ellis: evocano l’innocenza dell’adolescenza perduta, irrompendo nella narrazione con un candore ed una profondità che stridono con la cruda poetica che li circonda. Ma del resto a me sembra chiaro che, liricamente, tutta la nuova scena trap italiana è erede diretta del sistema di segni e di senso fondato ed incarnato dal Truceklan. Il Noyz classico, quello di Parla Chiaro e Don’t Fuck With Me, torna in Sputapalline, uno dei vertici del disco con un Coez in splendida forma.

Nostalgia e morte, complementari e speculari, sono le cifre del disco: la lontananza, la distanza, il cambiamento, l’A1 Milano-Roma continuamente evocata, i giubbotti rubati nei privè (almeno due),i sogni dei pischelli, il ritorno alle panchine della title track vanno tutte nella prima direzione, mentre la seconda aleggia su tutto il disco, un disco che non ha tempo futuro se non nella rappresentazione di epitaffi prossimi a venire. Il capolavoro dell’album tutto, il trionfo della morte, ma anche il più catartico tuffo nel passato, è Sinnò Me Moro, partorita assieme a The Night Skinny, che evoca Gabriella Ferri e la Roma che non c’è più come metafore della giovinezza perduta, e rimette a nudo l’arte dell’HH come archetipo esistenziale.

Questo Enemy è quindi una visione pienamente indovinata.  La sua atmosfera è sinistra, la sua materia occulta, il suo animo tormentato, il suo piglio luciferino. Siamo lontani da uno spettacolo horror per famiglie, questo non è l’Hotel Transylvania dell’HH italiano. Per me già un serio candidato a disco dell’anno.

(Per la cronaca: uscito il 13 Aprile 2018, Enemy è entrato direttamente al primo posto della classifica FIMI sia per vendite fisiche che per download digitali, diventando in pochi giorni, e praticamente senza nessuna pubblicità, Disco d’Oro)

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