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The National – “Sleep Well Beast” (2017, 4AD)

By marzo 5, 2018 No Comments

Creatura strana, i National. Giunta al settimo disco in studio, la band di Cincinnati riesce a convincere ancora una volta senza modificare o innovare nella sostanza la struttura che ha caratterizzato i precedenti lavori. Di fatto, in “Sleep Well Beast” sono rinvenibili  tutti gli elementi che hanno permesso a dischi come “Alligator”, “Boxer” e “High Violet” di definire una propria identità sonora e, conseguentemente, una propria riconoscibilità sia a livello compositivo che a livello melodico. Ecco dunque che l’incedere cadenzato di “Nobody else will be there” richiama le atmosfere di “I need my girl” e il pianoforte di “Carin at the liquor store” non può non far venire in mente quella “Fake Empire” che ha definitivamente decretato l’esistenza di un sound “à la National”. Gli unici elementi di discontinuità con la storia discografica del quintetto statunitense sono rinvenibili nelle chitarre nervose e schizofreniche di “The System Only Dream in Total Darkness” e “The Day I Die”, nelle convincenti distorsioni puramente grunge di “Turtleneck” o nelle aperture elettroniche di “Walk It Back”. La sensazione è che i brani siano stati concepiti tenendo presente fin dall’inizio la loro possibile resa live, dimensione nella quale la band ha dimostrato più di una volta parecchie incertezze, alternando performance di assoluto livello ad altre decisamente sottotono. Su tutto ancora una volta c’è la voce di Matt Berninger, talmente calda ed evocativa da riuscirne a percepire il retrogusto intriso di tabacco e bourbon,  e che scandisce alcuni tra gli episodi più convincenti dell’intero album, tra i quali brilla di luce propria “Dark Side Of The Gym”. Tutto perfettamente rodato, tutto impeccabile. Tutto, però, già sentito. Perché, in sintesi, l’ultimo disco dei National è il solito disco dei National. Ma è sempre un gran bel sentire.            

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