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Canova live – Demodè Club Bari

By marzo 2, 2018 No Comments

La chiamano la nuova indie, ma di indie c’è poco o niente. Forse il ricordo degli inizi per qualcuno, una parola sconosciuta per i più giovani. Per noi veterani del rock ha una connotazione ben precisa e ci porta proprio in altri luoghi musicali, allora meglio parlare di “nuovo pop”, che pur essendo mainstream  strizza l’occhio a chi di mainstream non vuol sentir parlare. Eppure sono loro a condurre il mercato musicale italiano, dal web ai concerti, quello fatto dai blogger, dalle foto su instagram, dai personaggiprimadiesseremusicisti, insomma le cose sono cambiate e spesso omologate. Mi sono reso conto, con stupore, che queste nuove hit radiofoniche le cantano i ventenni ma anche i bambini di appena 5 anni.

Stupefacente direi.

Ma per fortuna ogni tanto qualcuno si distacca e prova a fare qualcosa di diverso, ecco la sensazione avuta al live dei Canova!  – “Siamo fondamentalmente amici” dice Matteo Mobrici, la voce del gruppo, “arriviamo da Milano ed abbiamo fatto la gavetta vera, prima di arrivare al disco, abbiamo cercato nel tempo qualcosa da dire, qualcosa di cui si potesse parlare, abbiamo cercato il nostro suono componendo e cambiando tante canzoni. Poi è arrivato il momento in cui ci siamo sentiti pronti ed abbiamo inciso l’album”. “Avete tutti Ragione”,  il titolo del disco mi è sembrato quasi una liberazione: “si esatto, perché in quegli anni, quelli della gavetta, tutti ci davano consigli e ci dicevano la direzione da prendere, attraverso i mille contest fatti, i giornalisti e addetti ai lavori, ma alla fine abbiamo seguito la nostra strada, quella indipendente e abbiamo deciso di pagarcelo da soli. Poi abbiamo scelto la Maciste Records perché era in linea con le nostre idee e ci ha lasciati liberi di sviluppare il nostro progetto senza interferenze”.

Mi guardo intorno, siamo nel Demodè Club di Bari dove si svolge il live. È pieno. C’è attesa. Sul palco aprono i pugliesi Molla e La Municipal. Pieno come lo erano in passato i live dei Verdena o Marlene Kuntz che però non farebbero, ad oggi,  gli stessi paganti. Il pubblico è giovane, non riconosco nessuno e questo la dice lunga, lo stesso pubblico che poco dopo nel djset canterà i brani di Coez o Calcutta piuttosto che Cosmo o Gazzelle, forse all’improvviso penso che veramente si sia creata una vera scena e come per noi che cantavamo (e cantiamo!) i testi di CCCP e Afterhours, ora è il loro turno, anche spesso senza spessore o forse un futuro prossimo. Per fortuna l’approccio dei Canova è più rock, meno tastiere “plasticose wave” e più chitarre, sono una band e lo dimostrano. “Siamo sicuramente in questa nuova ondata ma non so se apparteniamo alla scena, abbiamo il nostro suono, siamo però figli degli anni 60” dice Matteo senza nessuna presunzione. La felicità, Manzarek, Expo, Brexit, Vita Sociale sfilano tra i cori del pubblico, veloci e spontanee, ecco forse è questa la forza della band, la spontaneità oppure la voce di Matteo,  che in controtendenza con alcuni suoi colleghi riesce a non essere monocorde e a caratterizzare in modo diverso ogni brano. Ascoltando i brani mi vengono in mente altri riferimenti musicali, dai classici alle ultime produzioni, ma forse è solo deformazione professionale, oppure no. Spicca all’improvviso la cover di Rino Gaetano che mi fa sorridere un po’.

Condivisione, contatto con il pubblico, ecco un altro punto a favore della nuova scena ed dei Canova, utilizzare foto e farsi girare i video live dai fan, nessun contrasto tra musicisti anzi la nuova tendenza è il condividere il palco con altri artisti per creare qualcosa di nuovo. Sul palco, a Bari,  anche Luca Romagnoli, voce del Management del Dolore Post Operatorio, un po’ spaesato all’inizio, forse per non essere lui al centro dell’attenzione,  ma alla fine bravo come sempre. Alla fine un concerto impeccabile per aver fatto solo un album. Ultime date per un tour durato tanto, ora è tempo di riflessione, andare avanti. Ma cosa ci sarà nel nuovo capitolo artistico dei Canova, cosa riusciranno ad inventarsi?

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