“Tutt’intorno erano segni di un impero diviso. L’erba vecchia e l’erba nuova lottavano l’una contro l’altra. Negli avvallamenti bassi e bagnati la vegetazione appariva d’un verde vivido; più oltre, sui monti, erano macchie di neve, stranamente risaltanti sulle pendici rossicce; tutte le colline gibbose parevano vacche pezzate intirizzite. I boschi erano cosparsi di morti rami secchi, spezzati dai venti ribelli di marzo, mentre gli alberi giovani al limite delle foreste cominciavano appena a mostrare il primo giallo dei getti nascenti”.
Chicchiricchì, ovvero il canto del nobile gallo Beneventano; Herman Melville.
L’amore è un sentimento in cui si crede e credere significa spesso cercare il senso delle cose, anche accettando che a tratti il reale risulti un gozzovigliare aporetico, anche abbracciando la vertigine dalla quale osserviamo il flusso costante che conduce al formicaio: le vite degli altri ci raccontano, siamo abitati dallo sguardo altrui.
Alieno è un pezzo che aspettavo senza conoscere quest’attesa, una confessione intima, una carezza tra le cosce, mi parla dei primi Bluvertigo per l’intenzione sacralmente dissacrante, una sorta di Jodorowsky ammaliato. In pochi minuti s’incontrano tante atmosfere musicali: rock, elettronica, pop, la voce sciamanica di Veronica Lucchesi canta ancora una volta con un’espressività versatile di emozioni che tracimano le parole stesse. Il tappeto sonoro ricorda Sevdaliza, Alieno è un brano che entusiasma e che aumenta ferocemente le aspettative rispetto al prossimo lavoro de La Rappresentante di Lista.
“Sono più forte del piacere, sono l’amore, sono più forte dell’amore, sono il dolore. Sono più forte del piacere, sono l’amore, sono più forte dell’amore, sono il dolore. Sono più forte del piacere, sono l’amore, sono più forte del dolore”. Raramente il verbo essere si è avvicinato a sfiorare l’umanità: quel che è, non può dirsi, ma l’amore è tutto.
Foto: Manuela Di Pisa