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BEATRICE ANTOLINI – L’AB

By giugno 21, 2018 No Comments

L’AB, come le iniziali della cantante e musicista maceratese, sono esplicative del contenuto di questo suo ultimo lavoro in studio: la quintessenza della sua personalità e maturità artistica. Perché è innegabile, Beatrice Antolini è una musicista eclettica, geniale e complessa, i cui prodotti musicali sono davvero squarci e frammenti del suo animo. Ascoltare le sue canzoni, più di altri artisti, equivale a conoscerla intimamente.

Questo quinto album è un po’ una summa di tutto ciò che ha prodotto sin ora: tanto lontano dalle sonorità indie rock degli esordi (Big Saloon, 2006), ma non per questo scollegato dal suo stile di scrittura e composizione. Allo stesso tempo L’AB trova filiazione dalle prove sperimentali e psichedeliche dei dischi centrali della carriera (A Due, 2008 e Vivid, 2013) e si concretizza, di fatto, in un concept album di elettronica dai suoni algidi, ma dall’impostazione tipicamente alternative, che non ha nulla da invidiare a lavori di artisti internazionali quali la svedese Robyn (per fare un esempio calzante).

Il contenuto dei testi di tutti i brani scandaglia profondamente, ma con semplicità espressiva, i rapporti umani in un’epoca difficile quale quella in cui viviamo, dove la frenetica meccanicità della vita rischia di comprometterne la spontaneità e la genuinità, ma mette in luce anche le problematiche legate all’interiorità personale. Esempi di quest’ultima casistica sono l’accattivante Forget To Be e la sontuosa Second Life, entrambe uscite come singoli, accomunate dalla difficoltà di essere sé stessi in una società sempre più filtrata dai monitor. Di rapporto uomo/donna si occupa invece Until I Became, un brano granitico che, a dispetto della leggerezza del testo, manifesta una violenza di ritmica e suoni elettronici pari a dinamite pura, pur se opportunamente stemperati dalla delicatezza del pianoforte. I’m Feeling Lonely, invece,  è il momento di L’AB dove testo e musica trovano l’apice espressivo di comune accordo: liriche dolorose e armonia struggente sembrano abbracciarsi come due amanti che devono stringersi forte in procinto di una lunga ed inevitabile separazione.

Ribadendo quanto espresso in precedenza, l’ascolto di quest’album diventa un’occasione di conoscenza dell’artista che va oltre l’immediatezza della musica. Ascoltare L’AB è avere l’occasione di saperne di più su Beatrice Antolini, per fare capolino con discrezione tra l’intimità dei suoi pensieri e la profondità delle sue emozioni. Beatrice è una polistrumentista che ha suonato in questo disco tutte le parti che lo compongono. E si sente. In più da voce egregiamente a queste melodie venate per lo più da malinconia e da rabbia celata. Tutto ciò risulta molto credibile e “vero” in un mondo vacuo. Ed è emozionante.

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