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King Krule e il suo “Man Alive!”, tra amore e sopravvivenza

By febbraio 21, 2020 One Comment

C’era chi aveva amato “The Ooz” e chi non ne aveva apprezzato le troppe lungaggini.

Man Alive!” risolve la diatriba. È un album che rispetta i tempi classici del vinile, una quarantina di minuti scarsi, ma il materiale di cui è composto non è per nulla facile. Se lo pensiamo come un 33 giri è facile ritrovare due lati nettamente diversi: il primo maggiormente post-wave, più accessibile, il secondo più sperimentale e d’atmosfera, maggiormente ostico.

Dall’intero lavoro emergono, poi, alcune tracce su tutte. Sì, perché “Man Alive!” non è il capolavoro che si aspettava qualcuno e non è neanche un passo falso. È un album che riesce ad avere i suoi tre/quattro classici su tutti, altri due momenti nella norma, e un mucchio di canzoni che sembrano intermezzi stanchi e un po’ ripetitivi.

Tra i primi, i momenti che restano sono sicuramente due dei tre singoli che hanno anticipato l’uscita dell’album:

“Cellular” apre “Man Alive!” parlando dei mezzi di informazione che ci circondano e di come sia tutto possibile nelle mani dell’uomo. È accompagnato dall’ottimo video di animazione ad opera di Jamie Wolfe in cui un uomo e una donna campeggiano in un surreale paesaggio pieno di antenne e cavi elettrici. I due vagano tra i fili fino alla fulminazione.

“Alone, Omen 3”, presentato tramite il video girato da Jocelyn Anquetil, descrive l’alternanza tra solitudine e folla di persone, lo stare connessi perennemente e l’alienazione di fondo che configura la società postmoderna. Certamente non si sposta di un millesimo il viaggio sonoro di King Krule, che continua a mischiare trip-hop, ambient, rap e jazz, con qualche accenno post-wave, ma mai come in questo caso Mr. Marshall è da pieni voti.

“Don’t forget you’re not alone
Deep in the metropole” (Alone, Omen 3)

Ancora dal primo lato si salvano l’inquietudine da bassifondi di “Supermarché” e il rap “drogato” di “Stoned Again”.

Dal secondo lato del disco è d’obbligo parlare di “Underclass”, a suo modo un pezzo irresistibile. King Krule gioca a fare lo chansonnier ma senza indossare giacca e cravatta, salendo su un palco dove non brillano paillettes ma solo le sue parole immerse nel fluido irrequieto della sua musica.

Forse il brano più pop è la successiva “Energie Fleets”, in cui King Krule riesce a riempire d’amore una dolce e notturna melodia, seppur al solito compressa tra dissonanze e chitarre liquide. Rientra tra gli episodi più sentimentali e anche più intensi dell’album.

Chiude invece “Please Complete Thee”, un’ulteriore e dolce richiesta d’amore che apre a scenari riflessivi, meditabondi e alla fine molto positivi, lasciando per ultimo degli sprazzi di luce sonora che s’interrompono d’improvviso.

Purtroppo l’album non è sempre a questi livelli e tracce come “The Dream”, “Theme For The Cross” passano senza lasciare granché. Tra i momenti minori anche “Airport Antenatal Airplane”, una nenia che probabilmente risente del periodo che precede la nascita del figlio di Mr. Marshall.

In sostanza “Man Alive!” è un album che ha bisogno di tanti ascolti, che forse non vuole fare il botto, ma che comunque conferma le capacità del giovane Archy Marshall, cantore bisognoso d’amore di quest’epoca depressa.

“Please, complete me
It must be the answer
Everything just seems to be numbness or else
Why aren’t you near me?
What stars are you under?” (Please Complete Thee)

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