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Lebanon Hanover: “Sci-Fi Sky” (Fabrika Records, 2020)

By novembre 19, 2020 No Comments

A due anni di distanza dall’uscita di “Let Them Be Alien“, i Lebanon Hanover pubblicano “Sci-Fi Sky“, un album che li conferma tra i più rappresentativi della scena cold wave e dark wave in Europa. Larissa IceglassWilliam Maybelline rimangono fedeli alle atmosfere che fino adesso hanno contraddistinto i loro lavori, raccontando con sottile precisione un periodo storico che riesce a turbare tutti – volenti o nolenti. Il disco è stato anticipato dall’uscita di due singoli. Nel primo, “The Last Thing“, la voce di Larissa emerge, con i suoi inconfondibili tratti distintivi, attraverso una nebbia di linee di basso pulite e battiti sintetici: “I’m collapsing, breaking down/Silently onto the ground/ Above me the azure sky / The last thing I see in my life”. Il secondo singolo, “Digital Ocean”, lascia il campo alla voce cupa di William, un monito spietato e schietto, che ricorda il suo progetto solista, Qual.

Nei Lebanon Hanover non c’è mai stata, né mai ci sarà, una volontà di edulcorare la realtà. Anzi, all’opposto, è stata sempre evidente la tendenza a esplorarne le ombre più preoccupanti. Attraverso brani come “Gallowdance” o “Sadness is rebellion” ne hanno raccontato gli aspetti più oscuri e meno rincuoranti. “Sci-Fi Sky” mantiene la tendenza, facendo un ulteriore passo avanti in questo senso: si immerge più a fondo, complice un’attualità che ha messo a nudo un’intera umanità. Il disco si apre con “Living on the Edge” e un’atmosfera Eighties che, in un certo senso, viene anche confermata nel testo: “Monday morning, listening to The Cure/ Living on the edge”. Malinconia e introspezione sono temi dai quali, qui, non si può prescindere. E, d’altronde, è quello che ci si aspetta. L’approccio è minimale e non richiede nulla di più: non servono fronzoli, solo drum machine, synth e pochi elementi che mettono a segno colpi sicuri.

Il brano “Garden Gnome” graffia con le sonorità post-punk e l’eleganza decadente della voce di Larissa: “Give me something to tranquillize/ From all atrocious pains inside/ Something strong to crush my brain/ Look how much in bed I lie”. “Angel Face” sorprende per almeno due motivi. Il primo è la chitarra acustica che accompagna la voce di Maybelline, insieme a un immancabile synth. Il secondo è un testo che sembra lasciare spazio a un po’ di luce (un po’, non troppa, perché stiamo pur sempre parlando dei Lebanon Hanover): “I die every time you cry/ The pain inside me wants to run and hide/ The steps you take brighten up my day/ The words you say, make my day/ But when you’re in pain I’m in pain/ An unbelievable ache”.

Il promo del disco aveva già anticipato in modo abbastanza esplicito cosa ci si doveva aspettare: “All’alba della pandemia globale, dove gli incubi distopici che erano stati visti solo prima tra le pagine dei libri e i  lampi di celluloide sul grande schermo, sono diventati una realtà quotidiana, un nuovo tipo di oscurità avvolge il mondo”. La staffetta tra le voci del duo è un racconto in chiaroscuro, la rappresentazione in musica di un presente che sembra inseguirli. È un vortice di eventi, esattamente come l’anno in corso. Lo si è già detto prima: i Lebanon Hanover non hanno mai cercato di edulcorare la realtà. Un dettaglio, questo, che assume una valenza indubbiamente maggiore nel 2020. È, dunque, innegabile che nel 2020 possa essere non proprio facile ascoltare brani come “Third Eye in Shanghai“, che distorce i suoni fino a la voce di Maybelline fino a renderla una nenia, nel più puro senso del termine: “Doomed and divine/ At the very same time/ Third eye in Shanghai/ A spectrum of light”.

L’epilogo del disco si può intendere come una “trilogia” in crescendo di cupezza. Comincia con “Third Eye in Shanghai”, passa attraverso “Your Pure Soul” e culmina nella conclusione, affidata a “Come Kali Come“: le voci si fanno da parte, per lasciare la scena a colpi di sintetizzatore che risuonano come rintocchi di countdown verso l’ignoto. “Sci-Fi Sky” è una certezza in un’epoca quanto mai incerta. La certezza che i Lebanon Hanover rimangono sempre fedeli a ciò che sono, no matter what, no matter when.

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