Throwbacktime

Lucio Dalla “Com’è profondo il mare”

By marzo 2, 2018 No Comments

È novembre del 1977, quando Lucio Dalla pubblica “ Come è profondo il mare” , il primo disco dopo il ciclo dei tre realizzati con la collaborazione del poeta Roberto Roversi..

Non è il disco perfetto, è bene precisarlo, ma d’altra parte si sa che non esistono dischi perfetti. Di sicuro è quello più coraggioso, con un nuovo approccio ai testi, questa volta tutti di Dalla, un approccio che ritroveremo, solo in misura molto limitata, nei suoi più celebrati album successivi.

Prendete la title track : a metà strada tra la ballata west coast, con quella chitarra che fa tanto Neil Young, e con  i sinth che doppiano il fischio iniziale e che suonano stranamente kosmici. E poi c’è il testo.

La lingua italiana è bastarda, mal si adatta con le sue sillabe, con le sue sdrucciole, con le sue regole, alla metrica del rock, eppure qui LD riesce nel miracolo di fondere il ritmo amniotico, del pezzo, con le visioni di un Cavazzoni e la trasfigurazione della realtà attuale. Un flusso di coscienza che evoca immagini del passato, del futuro, di un’apocalisse che è di lì a venire.  Forse la canzone italiana che vanta più debiti sulla musica dei gruppi italiani degli anni novanta: Afterhours, Marlene Kuntz, Tiro Mancino con Sinigallia. Anzi è proprio di questi ultimi  una cover della canzone, inserita all’interno della colonna sonora di “ Paz”, il film dedicato all’opera di Andrea Pazienza.

Fermi tutti. Ho detto Pazienza? Dopo ci torniamo.

Se è vero che sul primo lato “Treno a vela” e “ Corso Buenos Aires” sono ancora in sintonia con la collaborazione con Roversi, con “ Cucciolo Alfredo”, le cose cominciano a cambiare. È una favola surreale, quella creata da LD, il cucciolo non è altri che l’emarginato di turno, il dimenticato, quello che sta accanto a noi, ma non si nota mai. È il primo dei tanti ritratti che LD inserirà nei suoi dischi, il primo personaggio di una galassia che si spingerà fino al Parco della Luna o a un ragazzino che balla il tango. E poi la frase sulla musica andina. Che colpo di genio.

Sul lato B, aldilà dei due esercizi di calligrafia musicale “…E  non andar più via” e “ Barcarola” ,  spiccano due chicche.  La prima è LA CANZONE D’AMORE, quella che precederà Cara, Stella di Mare etc etc… “Quale Allegria” . Canzone sulla mancanza, su un amore finito o mai iniziato. Sulla dissimulazione, dover fare finta che tutto va bene, invece essere distrutti dentro. Aspettare il giorno dopo, sperando che nel frattempo il dolore che si sente dentro scompaia. E invece non è cambiato nulla. La canzone su quello che avrebbe dovuto essere e invece non è stato. Il rimpianto.

La seconda è la strafamosa, non fosse solo per l’argomento, “ Disperato Erotico Stomp”.

Parlavamo di Pazienza, poco fa.

Immaginiamo cosa poteva venirne fuori, se Andrea avesse deciso di disegnare questa canzone.

Immaginiamo un novello Penthotal, che cammina stranito, solo, in una città semi deserta, dove incontra altri sopravvissuti come lui oppure si imbatte nel turista perso in un centro di Bologna dove “ non si perde neanche un bambino”.

Eccolo attraversare a ritmo sbilenco  di reggae, in silenzio, una via Zamboni abbandonata da tutti . Il suo  vagabondare al crepuscolo alla ricerca disperata di compagnia. Chissà che fine avrà fatto il suo amico Bonetti.  E poi c’è lei. La puttana estremista di sinistra, nera e pelosa che accoglie tutti. Come una madre, come una patria. Come l’Italia. Troppo per un uomo solo. Meglio la fuga e quindi il rifugiarsi nel rassicurante sesso onanistico, chiuso nella sua lurida stanzetta, con la luce del sole calante, filtrata dalle persiane abbassate.

Dopo questo disco seguirà la fortunata tournè di Banana Republic con De Gregori, e poi i due album di successo, ma tanto, tanto successo. Nel frattempo è il 1978. I tempi sono cambiati, direbbe qualcuno.

L’anno che sta arrivando porterà  lacrime e sangue. Tanto sangue. Una nuova stagione si sta preparando, via le antiche certezze, via le canzoncine rassicuranti.

“Come è profondo il mare”  ci avvisa . Nessuno potrà più girare la testa e fare finta di nulla.

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